Non ho mai raccontato a nessuno dei miei compagni o amici il terrore di stare in casa, per fortuna stavo a scuola fino alle 17 e trenta perchè facevo il dopo scuola che era un servizio del comune in cui dopo svolti i compiti per casa della scuola vera (quella della mattina) si stava a giocare o a fare lavoretti, tipo statue di gesso, imparare a cucinare, recite, il corso di inglese (e non lo so ancora) insomma tante cose divertenti: bastava non essere a casa che tutto era divertente.
Neanche al mio amico Nicola in campagna che mi raccontava che quando suo padre si arrabbiava lo frustava con la cinghia dei pantaloni, neanche a lui che ci vedeva sempre spensierati nella vita bianca, neanche a lui ho mai detto nulla.
La vergogna è il sentimento che più rappresenta quello che sentivo e ancora sento nei confronti dei miei genitori, vorrei che sparissero.
Mi vergognavo a farli conoscere, mi vergognavo a portare amici in casa, mi vergognavo per quell'aria innaturale e non simpatica che regnava in ogni angolo, in ogni punto della casa.
Quella tensione che rimaneva sempre sospesa in tutte le stenze. In tutti i gesti. In tutte le parole.
Anche ora se trovassi un* compagn* non credo che gli vorrei far conoscere i miei genitori: meglio tenerli lontani dalla mia vita di adesso, non racconto loro nulla e non mi interessa.
Non sanno niente in realtà di me, di come sono dentro.
E' mio il mio dentro. Solo mio.
Neanche al mio amico Nicola in campagna che mi raccontava che quando suo padre si arrabbiava lo frustava con la cinghia dei pantaloni, neanche a lui che ci vedeva sempre spensierati nella vita bianca, neanche a lui ho mai detto nulla.
La vergogna è il sentimento che più rappresenta quello che sentivo e ancora sento nei confronti dei miei genitori, vorrei che sparissero.
Mi vergognavo a farli conoscere, mi vergognavo a portare amici in casa, mi vergognavo per quell'aria innaturale e non simpatica che regnava in ogni angolo, in ogni punto della casa.
Quella tensione che rimaneva sempre sospesa in tutte le stenze. In tutti i gesti. In tutte le parole.
Anche ora se trovassi un* compagn* non credo che gli vorrei far conoscere i miei genitori: meglio tenerli lontani dalla mia vita di adesso, non racconto loro nulla e non mi interessa.
Non sanno niente in realtà di me, di come sono dentro.
E' mio il mio dentro. Solo mio.
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