Nel paese vicino a quello della nonna, dove c'era un solo negozio di alimentari che faceva anche da bar dove il nonno andava a giocare a carte e offriva sempre qualcosa a tutti (lui era fatto così offriva sempre qualcosa a tutti e la mia nonna a volte brontolava perchè spendeva troppi soldi). Insomma nel paese vicino c'era il giornalaio. Il giornalaio in realtà era un negozio veramente caotico in cui potevi trovare di tutto.
Ogni tanto il nonno ci dava dei soldi per comprarci qualcosa. Oppure ci avanzavano i soldi che la mamma ci lasciava ogni settimana (dalla nonna in estate la mamma veniva un paio d'ore la settimana a trovarci) per fare la spesa ed allora ce li dividevamo e ognuno ne faceva quello che credeva. A volte mi compravo un gelato (ero ghiotta del 'Pirottino al cacao' Sammontana, tutta cioccolata e dentro un cuore fondente), a volte invece andavo dal giornalaio.
Il giornalino che mi ricordo che mi piaceva tantissimo era Geppo, il diavolo buono a cui danno sempre missioni cattivelle che lui non riesce mai a compiere perchè è troppo buono.
Dal giornalaio c'era un enorme banco sopra cui c'era veramente di tutto. Era bellissimo questo caos in cui spuntava una pistola ad acqua in mezzo a dei libri, in mezzo a dei calzini, in mezzo a milioni di altre cose. Avevo comprato anche una pistola ad acqua grigia con il tappo rosso. Ma le pistole ad acqua di trenta anni fa facevano spruzzi molto piccoli, rispetto a quelle che ha mio nipote. Ma io mi divertivo molto a cercare di fare lo spruzzo più lontano possibile.
Geppo invece, come tutto il resto, lo potevo leggere mentre mangiavo il pranzo (e lo facevo molto volentieri alla faccia del galateo!!).
Il proprietario del bazar si chiamava Bruno e era piuttosto simpatico anche se a volte brontolava se gli sembrava che facessimo confusione sul suo tavolo (ma più di come già era non si poteva!!)
Ogni tanto il nonno ci dava dei soldi per comprarci qualcosa. Oppure ci avanzavano i soldi che la mamma ci lasciava ogni settimana (dalla nonna in estate la mamma veniva un paio d'ore la settimana a trovarci) per fare la spesa ed allora ce li dividevamo e ognuno ne faceva quello che credeva. A volte mi compravo un gelato (ero ghiotta del 'Pirottino al cacao' Sammontana, tutta cioccolata e dentro un cuore fondente), a volte invece andavo dal giornalaio.
Il giornalino che mi ricordo che mi piaceva tantissimo era Geppo, il diavolo buono a cui danno sempre missioni cattivelle che lui non riesce mai a compiere perchè è troppo buono.
Dal giornalaio c'era un enorme banco sopra cui c'era veramente di tutto. Era bellissimo questo caos in cui spuntava una pistola ad acqua in mezzo a dei libri, in mezzo a dei calzini, in mezzo a milioni di altre cose. Avevo comprato anche una pistola ad acqua grigia con il tappo rosso. Ma le pistole ad acqua di trenta anni fa facevano spruzzi molto piccoli, rispetto a quelle che ha mio nipote. Ma io mi divertivo molto a cercare di fare lo spruzzo più lontano possibile.
Geppo invece, come tutto il resto, lo potevo leggere mentre mangiavo il pranzo (e lo facevo molto volentieri alla faccia del galateo!!).
Il proprietario del bazar si chiamava Bruno e era piuttosto simpatico anche se a volte brontolava se gli sembrava che facessimo confusione sul suo tavolo (ma più di come già era non si poteva!!)
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