Ricordo perfettamente il mio diciottesimo compleanno. Ricordo di non aver festeggiato niente di particolare. Era domenica. Era il 1985. Il giorno dopo avrei avuto un compito di Storia e Filosofia insieme.
Ricordo che non ho studiato. Volutamente perchè per diamine era il mio diciottesimo compleanno, ed era domenica. Ricordo che ho pensato .. qualcosa inventerò ..
Ricordo che avevo pantaloni bianchi, maglietta nera e scarpe nere.
Ricordo che ho pensato molto quel giorno.
Ricordo che sono stato sdraiato tutto il pomeriggio sul muretto della Chiesa a meditare su quello che pensavo sarebbe accaduto quel giorno, che poi si era alla fine trasformato in un giorno come tanti.
Ma chiaro avevo in mente un solo pensiero.
SONO MAGGIORENNE. QUALORA DECIDESSI DI ANDARMENE NESSUNO HA PIU' DIRITTI SU DI ME. NESSUNO.
Un pensiero che mi dava tanta tanta forza.
Anche se in realtà vedevo che nientre sembrava EFFETTIVAMENTE cambiato.
Un pomeriggio su un muretto della chiesa a guardare il cielo e le nuvole, pensando che alla fine non cambia mai nulla anche se in realtà cambia sempre tutto.
(Il giorno dopo ho fatto il compito di Storia e Filosofia insieme, prendendo 8 a entrambe le materie!!!) A volte alla fine pensare al proprio dentro serve a qualcosa.
martedì 29 maggio 2007
giovedì 17 maggio 2007
Nonna (magica nonna)
Nonna, magica nonna. Te ne sei andata da un anno e mezzo e ancora mi pare impossibile. Ti vedo ancora come se tu fossi qui. A costruire giochi per le mia bambine, a raccontare storie che sembrano così lontane ma che siamo noi, a cantare canzoni che volevo sempre trascrivere per non perderle ma che poi non l'ho mai fatto. E io che ci faccio qui? Mi vedi? Che pensi? Sono matto vero?
Ma tu mi hai sempre capito più di tutti. Lo sento. Lo so.
Ma tu mi hai sempre capito più di tutti. Lo sento. Lo so.
mercoledì 16 maggio 2007
Il primo bacio (13 anni)
In campagna. Tanti giochi. Fin da piccoli. Tanti amici. Cresciuti insieme. Tra partite a calcio. Sfide a ping pong. Risiko. Nascondino la notte. Sfide. Passeggiate. Esplorazioni. Pesca con le mani. Cinghiali uccisi dai padri cacciatori. Go-Kart molto casalinghi. Biciclette ultra truccate per fare il cross nel bosco. Pozze di fosso usate come piscine (mamma mia che freddo).
Tra tutto questo, ci si facevano domande. Semplici. E ci si davano risposte. Chiare.
Così tra una domanda e l'altra, ho dato il mio primo bacio. Pura tecnica. Con osservatori attenti che imparavano e commentavano. Su un sasso di fosso. Me lo ricordo. Per amicizia. Non per amore.
Sorrido ancora al pensiero.
Tra tutto questo, ci si facevano domande. Semplici. E ci si davano risposte. Chiare.
Così tra una domanda e l'altra, ho dato il mio primo bacio. Pura tecnica. Con osservatori attenti che imparavano e commentavano. Su un sasso di fosso. Me lo ricordo. Per amicizia. Non per amore.
Sorrido ancora al pensiero.
giovedì 10 maggio 2007
Il caramello con le noci e altre merende
Dalla nonna alle quattro emezzo del pomeriggio si DOVEVA fare merenda. Tutti i bambini in campagna fanno merenda verso quell'ora ed infatti dopo le quattro si cominciavano a sentire per il paese le chiamate delle nonne ai propri nipoti per la merenda... e allora da lontano si sentiva .. SIMONEEEEEEEE e simone andava e diceva che sarebbe tornato dopo la merenda ... e poi ancora NICOLAAAAAAA e Nicola andava ... STEFANOOOOOOO e Stefano andava ... ALESSIOOOOOO LUCAAAAAAAA e Alessio e Luca andavano.. insomma c'era questa oretta in cui ognuno se ne tornava alla spicciolata alla propria casa per la famosa merenda.
La merenda poteva conistere di
una fetta o due di pane (di filone) con
olio sale e aceto ...
olio e pasta di acciuga
olio e sale o pomodoro strusciato sopra
marmellata (fatta dalla nonna in casa) e senza burro
vino e zucchero (la mia merenda preferita)
Raramente invece la nonna si divertiva a farci il caramellato.
Ed era una festa, se ce l'avesse fatto troppo spesso non sarebbe stato così magico.
Io non sono mai riuscito a rifarlo (mannaggia mannaggia)
prendeva lo zucchero e lo metteva a sciogliere in un pentolino (forse con un po' d'acqua??)
poi metteva le noci sgusciate sul tavolo di marmo ben pulito
quando lo zucchero era sciolto lo versava sulle noci..
dopo pochi minuti di raffreddamento dal marmo veniva via una meraviglia.
Non era bello da vedersi come quello che si vede sulle bancherelle del luna park, ma sicuramente era molto molto molto più buono...
La merenda poteva conistere di
una fetta o due di pane (di filone) con
olio sale e aceto ...
olio e pasta di acciuga
olio e sale o pomodoro strusciato sopra
marmellata (fatta dalla nonna in casa) e senza burro
vino e zucchero (la mia merenda preferita)
Raramente invece la nonna si divertiva a farci il caramellato.
Ed era una festa, se ce l'avesse fatto troppo spesso non sarebbe stato così magico.
Io non sono mai riuscito a rifarlo (mannaggia mannaggia)
prendeva lo zucchero e lo metteva a sciogliere in un pentolino (forse con un po' d'acqua??)
poi metteva le noci sgusciate sul tavolo di marmo ben pulito
quando lo zucchero era sciolto lo versava sulle noci..
dopo pochi minuti di raffreddamento dal marmo veniva via una meraviglia.
Non era bello da vedersi come quello che si vede sulle bancherelle del luna park, ma sicuramente era molto molto molto più buono...
lunedì 7 maggio 2007
La fuga da casa (14 anni)
Ci penso da giorni, ci penso da settimane, ci penso da mesi.. voglio andarmene da questo inferno. Voglio costruire una vita mia. Voglio cambiare nome e città. Voglio trovare un lavoro e vivere e costruirmi da solo. Voglio questo. Una mattina decido.
Tolgo tutti i libri dallo zaino di scuola. Prendo tutti i miei risparmi. Metto vestiti nello zaino. E' una mattina di ottobre. Io faccio la IV ginnasio ma questo giorno non arriverò a scuola. Nessuno mi cercherà fino alle due del pomeriggio. Ho tutto il tempo per andare lontano.
Voglio andare a Roma è una città grande. Lì nessuno mi troverà. Sarò abile a non farmi trovare. Arriverò e cercherò subito un lavoro. Non penso ad altro. Sembra facile.
Esco di casa. Con lo zaino. Ormai è fatta. Non posso andare a scuola senza libri. Vado alla stazione. Faccio il biglietto e mi sembra che mi guardino male. Mi sembra che tutti mi guardino male. Sono minuto. Sembro più piccolo della mia età. Per questo mi guardano male, pensano dove va questo ragazzino così piccolo da solo?
Salgo sul treno.Aspetto la partenza. Parto. Guardo dal finestrino e ancora mi sembra tutto facile. Arriva il controllore: mi chiede il biglietto e anche lui mi guarda male.
Tutti mi guardano male. Ma io non ho paura.
Arrivo a Roma. Scendo dal treno e subito vengo avvolto da un senso di caos assoluto. Un caos che non avevo lasciato a Firenze. Un caos di macchine, di autobus, di persone. Ho paura di incontrare dei conoscenti di famiglia che abitano a Roma. Ma poi mi dico che è praticamente impossibile una coincidenza così. Comincio a vagare per le strade. Cercando insegne che offrano lavoro. Niente. Non ne trovo neanche una. A pranzo mi compro un panino e continuo la mia ricerca.. quanti posti ho girato quanto ho camminato quel giorno. Via via che passano le ore mi sembra tutto meno facile che quando lo immaginavo.
Si fa buio. Sono le sei del pomeriggio. Penso a dove potro' passare la notte.. Comincio ad avere paura. Non l'avevo messo in conto di avere paura.
Vago ancora un po'. Poi vedo una cabina telefonica. Metto gli spiccioli e chiamo a casa. Risponde mamma. Dico solo con un sussorro 'Sono scappato da casa'. Sento un urlo. Poi pianti. Dove sei?
'A Roma'. 'Ho telefonato a tutti gli ospedali di Firenze. Pensavo ti fosse successo qualcosa' Ancora pianti. Sussurro 'Ho paura' Risposta 'Trova un poliziotto. Digli tutto. Prendo il treno e arrivo'.
Riattacco. Vado a cercare un poliziotto. Non è facile. Ma alla fine ne vedo uno. Sussurro anche a lui 'Sono scappato da casa' ... Mi guarda... 'Di dove sei?' .. 'Di Firenze'.. Mi carica sulla macchina e mi porta in caserma. Mi danno un panino. Mi danno da bere. Mi interrogano.
Devo rispondere a tutte le domande. Mi perquisiscono. Mi guardano male e mi chiedono 'Dove hai preso questi soldi?' Come se li avessi rubati. Rispondo firo ?sono miei, sono i miei risparmi' Dicono 'Più di centomila lire?' E io rispondo 'Sì li ho risparmiati' E poi ancora domande. 'Perchè sei scappato?' Risposta 'Non lo so'. E basta.
E poi aspettare aspettare aspettare. Arriva la mamma. Sono le 3 di notte. Fanno firmare anche a lei il verbale. Andiamo via. Andiamo a dormire a casa di conoscenti che sono gentilissimi soprattutto con me. Mentre lei continua a piangere e a dire quanto l'ho fatta soffrire. Il giorno dopo riprendiamo il treno. Il viaggio completamente in silenzio tra i singhiozzi radi della mamma. Torniamo a casa. Non se ne è più parlato. nessuno mi ha più chiesto niente. Mia mamma ha smesso di mangiare le ciliege perchè aveva fatto questo voto allla madonna che se ritornavo non ne avrebbe più mangiate. E' ancora così. E io mi sento in colpa nei mesi delle ciliege.
Tolgo tutti i libri dallo zaino di scuola. Prendo tutti i miei risparmi. Metto vestiti nello zaino. E' una mattina di ottobre. Io faccio la IV ginnasio ma questo giorno non arriverò a scuola. Nessuno mi cercherà fino alle due del pomeriggio. Ho tutto il tempo per andare lontano.
Voglio andare a Roma è una città grande. Lì nessuno mi troverà. Sarò abile a non farmi trovare. Arriverò e cercherò subito un lavoro. Non penso ad altro. Sembra facile.
Esco di casa. Con lo zaino. Ormai è fatta. Non posso andare a scuola senza libri. Vado alla stazione. Faccio il biglietto e mi sembra che mi guardino male. Mi sembra che tutti mi guardino male. Sono minuto. Sembro più piccolo della mia età. Per questo mi guardano male, pensano dove va questo ragazzino così piccolo da solo?
Salgo sul treno.Aspetto la partenza. Parto. Guardo dal finestrino e ancora mi sembra tutto facile. Arriva il controllore: mi chiede il biglietto e anche lui mi guarda male.
Tutti mi guardano male. Ma io non ho paura.
Arrivo a Roma. Scendo dal treno e subito vengo avvolto da un senso di caos assoluto. Un caos che non avevo lasciato a Firenze. Un caos di macchine, di autobus, di persone. Ho paura di incontrare dei conoscenti di famiglia che abitano a Roma. Ma poi mi dico che è praticamente impossibile una coincidenza così. Comincio a vagare per le strade. Cercando insegne che offrano lavoro. Niente. Non ne trovo neanche una. A pranzo mi compro un panino e continuo la mia ricerca.. quanti posti ho girato quanto ho camminato quel giorno. Via via che passano le ore mi sembra tutto meno facile che quando lo immaginavo.
Si fa buio. Sono le sei del pomeriggio. Penso a dove potro' passare la notte.. Comincio ad avere paura. Non l'avevo messo in conto di avere paura.
Vago ancora un po'. Poi vedo una cabina telefonica. Metto gli spiccioli e chiamo a casa. Risponde mamma. Dico solo con un sussorro 'Sono scappato da casa'. Sento un urlo. Poi pianti. Dove sei?
'A Roma'. 'Ho telefonato a tutti gli ospedali di Firenze. Pensavo ti fosse successo qualcosa' Ancora pianti. Sussurro 'Ho paura' Risposta 'Trova un poliziotto. Digli tutto. Prendo il treno e arrivo'.
Riattacco. Vado a cercare un poliziotto. Non è facile. Ma alla fine ne vedo uno. Sussurro anche a lui 'Sono scappato da casa' ... Mi guarda... 'Di dove sei?' .. 'Di Firenze'.. Mi carica sulla macchina e mi porta in caserma. Mi danno un panino. Mi danno da bere. Mi interrogano.
Devo rispondere a tutte le domande. Mi perquisiscono. Mi guardano male e mi chiedono 'Dove hai preso questi soldi?' Come se li avessi rubati. Rispondo firo ?sono miei, sono i miei risparmi' Dicono 'Più di centomila lire?' E io rispondo 'Sì li ho risparmiati' E poi ancora domande. 'Perchè sei scappato?' Risposta 'Non lo so'. E basta.
E poi aspettare aspettare aspettare. Arriva la mamma. Sono le 3 di notte. Fanno firmare anche a lei il verbale. Andiamo via. Andiamo a dormire a casa di conoscenti che sono gentilissimi soprattutto con me. Mentre lei continua a piangere e a dire quanto l'ho fatta soffrire. Il giorno dopo riprendiamo il treno. Il viaggio completamente in silenzio tra i singhiozzi radi della mamma. Torniamo a casa. Non se ne è più parlato. nessuno mi ha più chiesto niente. Mia mamma ha smesso di mangiare le ciliege perchè aveva fatto questo voto allla madonna che se ritornavo non ne avrebbe più mangiate. E' ancora così. E io mi sento in colpa nei mesi delle ciliege.
Un suicidio mancato 2° parte (io a 15 anni)
Non mi ricordavo fino a stasera che a trovare lui agonizzante nel letto con tutta la schiuma che usciva dalla bocca era stata mia sorella. Non ricordavo fino ad oggi pomeriggio che di questo argomento non si è mai più parlato in casa (come nessuno si è mai degnato di chiedermi come mai fossi scappato da casa... solo che avevo fatto preoccupare troppo la mamma.. ma niente domande sul perchè).
Se gli argomenti sono sempre rimossi, io non posso che aver imaparo a rimuovere.
Niente altro mi hanno insegnato
Se gli argomenti sono sempre rimossi, io non posso che aver imaparo a rimuovere.
Niente altro mi hanno insegnato
martedì 1 maggio 2007
Inadeguatezza (sempre)
Io ero sempre considerat*
inett*,
inadeguat*,
imbranat*,
incapac* ,
imbecille,
idiota
E adesso ho ancora lo stesso trattamento, da lui e da altri.
Da lui non mi interessa.
Da altri diventa solo impossibile sofferenza che continua
inett*,
inadeguat*,
imbranat*,
incapac* ,
imbecille,
idiota
E adesso ho ancora lo stesso trattamento, da lui e da altri.
Da lui non mi interessa.
Da altri diventa solo impossibile sofferenza che continua
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